I GIOVANI DELL’AZIONE CATTOLICA DIOCESANA INCONTRANO PAPA FRANCESCO

In occasione dell’incontro nazionale di Azione Cattolica “Segni del Tempo”, per i responsabili parrocchiali e diocesani, svoltosi a Roma dal 28 al 30 ottobre, anche la Diocesi di Locri-Gerace ha goduto della presenza di un gruppo di giovani di AC, accompagnati della Vice presidente diocesana per il settore giovani Giulia Seminara e dall’assistente diocesano del settore giovani  Don Giovanni Armeni. Vi offriamo di seguito alcune testimonianze che mettono in luce lo scopo dell’evento e le emozioni che esso ha suscitato nel cuore dei giovani della Locride.

Dal 28 al 30 ottobre si è tenuto, a Roma, un grande evento per i giovani di Azione Cattolica, che ha coinvolto oltre duemila responsabili parrocchiali dei gruppi giovanili dell’associazione. Non possiamo nascondere che l’emozione è stata davvero forte, intensa. Dopo tre anni duri, segnati dalla pandemia prima e adesso anche dal conflitto tra Russia e Ucraina, che come giovani ci vede riflette sull’urgenza della pace, ci siamo finalmente riuniti: tutti insieme sotto la stessa tenda, usando un’espressione di Mons. Gualtiero Sigismondi, Assistente nazionale unitario di AC. Un’emozione forte per tutti, come detto prima; giorni intensi e pieni di formazione, idee, ricchi di spunti di riflessione. Tutto è iniziato venerdì 28 ottobre con la veglia di preghiera nel grande tendone allestito nel cortile della Casa Domus Mariae, sede dell’AC nazionale. Qui abbiamo avuto la possibilità di incrociare il nostro sguardo con quello di migliaia di giovani, riunitisi per un unico motivo: la passione per l’Azione Cattolica e l’amore per Cristo. Al sabato, con poche ore di sonno addosso, ma con tata trepidazione nel cuore, l’incontro con Papa Francesco nell’aula Nervi, ci ha ispirati e aiutato a guardare all’associazione con un altro sguardo. Precise e dirette le parole del Santo Padre, che ci invitata a “non avere mai una faccia da funerale, ma ad essere sempre ispiratori di gioia e fiducia. “Il giovane di Ac – prosegue il Papa – deve frequentare la parrocchia; essa è infatti la radice di tutti i gruppi che si biforcano attraverso di essa. In fine, Papa Francesco ci ha salutati così: “Il vostro slogan non deve essere non ce ne frega, ma al contrario ci interessa”. Un’immagine di giovane che tutti dobbiamo incarnare e fare nostra, con i nostri diversi carismi, pregi e difetti. Il pomeriggio ci ha visti impegnati in vari “mini convegni”, organizzati ad oc e dislocati in diverse parti di Roma, sui temi più a cuore a noi giovani: la cura dell’ambiente, la scuola, la legalità, l’integrazione con le diverse culture. Ma è l’incontro e il confronto con altre realtà nazionali il vero cuore dell’evento, che vede giovani di tutta Italia camminare insieme: dal Trentino alla Sicilia, dai monti della Valle d’Aosta al mare della Locride volti giovani e cuori giovani, insieme hanno camminato sentendosi Chiesa… facendo la Chiesa! Non poteva mancare la festa, che è il DNA dei giovani. Il sabato sera ci ha visti divertirci insieme sotto la stessa tenda che ci accolse al nostro arrivo. E sempre la stessa tenda ci ha accolti la domenica mattina,per celebrare insieme l’Eucaristia. Abbiamo qui fatto esperienza di come molte cose ci accomunano, ma una cosa sola ci fa sentire davvero uniti: l’Eucaristia. Potremmo riassumere questa esperienza usando la splendida omelia di Mons. Sigismondi, checi paragona ai tre discepoli che, con Gesù salgono sul Tabor: Pietro, Giacomo e Giovanni. Come loro, anche noi saremmo tentati di dire: “Signore è bello per noi stare qui, costruiamo tre tende…” noi però non siamo fatti per stare sull’ alto monte, non possiamo tenere per noi tutto il bene che Dio ci dona, ma dobbiamo portarlo e farlo conoscere a tutti, costruendo un’unicagrande tenda sotto la quale potremo stare tutti, nessuno escluso, e che potrà espandersi sempre di più. Mons. Sigismondi conclude facendoci capire quanto è importante il nostro servizio; noi siamo giovani di azione cattolica, abbiamo la capacità e i mezzi per dialogare con i nostri pari e portare dunque l’amore di Dio a tutti: senza voi giovani tutto questo non sarebbe possibile”. Possiamo dunque dire che il nostro compito, come responsabili parrocchiali di AC, è un compito arduo, ma non dobbiamo spaventarci e soprattutto non dobbiamo agire come se la vita fosse “troppa” e avessimo paura di consumarla, senza preoccuparci di quello che ci sta attorno, dormendo dunque tranquilli. Giorni intensi, pieni di emozione. Alcuni di noi non avrebbero mai immaginato di arrivare dove sono arrivati, avendo sempre ben chiaro che: se abbiamo fatto tutto ciò, non lo abbiamo fatto perché siamo più in gamba, o più speciali, ma perché qualcuno ha voluto affidarci una missione: la missione di portare avanti l’Azione Cattolica e farla conoscere a tutti.

(Cristian S., giovanissimo di AC della Parrocchia della Cattedrale di Locri)

“ ‘Segni del tempo’, l’incontro per i responsabili parrocchiali e diocesani di tutta Italia. Anche noi giovani della diocesi Locri-Gerace con grande entusiasmo abbiamo preso parte a questo appuntamento nazionale. Fin dal primo momento, tutto lo staff di AC si è dimostrato disponibile e ci ha accolto con un grande sorriso. Al nostro arrivo abbiamo partecipato ad una delle cinque veglie organizzate in varie zone di Roma proprio per far capire la capillarità, la voglia di diffondere e far arrivare il nostro messaggio anche alle zone più lontane: noi ci siamo! Nella Domus Mariae, dove si è svolta la veglia serale, inizialmente mi sono sentita un po’ spaesata, ma è stato subito chiaro il sentimento di fraternità che univa tutti noi presenti che avevamo fatto molti chilometri per ritrovarci. Il sabato successivo siamo stati ospiti di Papa Francesco in aula Paolo VI; noi giovani di AC abbiamo ascoltato il Suo discorso che è risuonato nei nostri cuori e nelle nostre menti come un incoraggiamento a dare di più, ad essere veri e soprattutto credibili, per noi stessi e per i giovani che accompagniamo nel cammino parrocchiale e/o diocesano. È stato davvero un miscuglio di emozioni incontrare personalmente Sua Santità e trovarci in un posto che solitamente vediamo solo alla tv. Dopo il pranzo, consumato con lo stupendo contorno di Piazza San Pietro, il gruppo si è diviso perché ognuno di noi nel pomeriggio ha indicato come preferenza un diverso convegno formativo a cui aderire, le opzioni erano moltissime: scuola, lavoro, università, ambiente, legalità… Personalmente ho partecipato al convegno sul patrimonio culturale che si è tenuto nella Chiesa del Gesù con ospiti di grande spessore come docenti universitari e critici d’arte che, oltre a spiegarci passo per passo la storia del luogo in cui eravamo, si sono dedicati a interagire con noi tramite alcune attività pensate per unire il tema dell’ecclesialità e dell’arte. È stato molto interessante poter assistere ai loro interventi che ci hanno invitato a coinvolgere maggiormente i luoghi culturali nel cammino di AC perché l’associazione può essere uno strumento per sensibilizzare i giovani ad interessarsi maggiormente a ciò che li circonda e che in qualche modo rappresenta il loro passato, purtroppo spesso sottovalutato. Dopo questi incontri ci siamo ritrovati alla Domus Mariae per partecipare ad una serata di aggregazione e di festa! Infine, l’ultimo giorno abbiamo partecipato alla Santa Messa presieduta da Mons. Sigismondi e successivamente alcuni spunti di riflessione sono stati lanciati nei “walkabout” tenuti da vari ospiti. Dopo pranzo, a conclusione di queste intense giornate di formazione, i saluti del presidente nazione, dei vice presidenti nazionali giovani e di tutta l’équipe. Questo week-end è sicuramente stato ideato con taglio giovanile, infatti ci siamo sentiti coinvolti in prima persona in ogni momento anche grazie all’utilizzo della piattaforma Telegram su cui è stato creato un apposito bot a cui poter rivolgere domande ed inviare le nostre risposte durante le attività svolte, così da rendere partecipi non solo gli organizzatori, ma creare una rete di comunicazione fra tutti i giovani presenti. Questa bella esperienza, ormai volta al termine, è stata fonte di arricchimento e di unione per tutti noi. Ciò che abbiamo vissuto a Roma racchiude la passione associativa e l’entusiasmo che tutti noi responsabili ci auguriamo di trasmettere ai giovani delle nostre parrocchie, perché alla fine siamo noi veri segni del nostro tempo.”

(Alessia B., giovane di AC della Parrocchia di San Nicola di Roccella Jonica)