AC DALLA TESTA AI PIEDI
Campo diocesano del settore giovani
“Ogni anno mi cambia, mi migliora, mi fa pensare a qualcosa in più, zero cellulari, zero tv, solo riflessione, preghiera, amici e tanta dolcezza… #camposcuoladallatestaaipiedi capisco sempre di più che l’errore era prima e non adesso…”
Apri facebook e leggi questo post. E pensi: l’Azione Cattolica tocca il cuore delle persone! Pensi che tutto il tempo dedicato al pensare ad un campo scuola, stressarti per la sua preparazione e organizzazione, non è tempo sprecato, ma è tempo di grazia… un tempo scandito da “giorni buoni”.
E giorni buoni, quindi, sono stati quelli che abbiamo vissuto ad Ellera di Camini, dal 23 al 26 agosto 2014, per il campo scuola diocesano del settore giovani di AC “dalla testa ai piedi ”.
Un campo che non ci ha fatto solo pensare e meditare, me che ci ha dato la possibilità di metterci al servizio, di comprendere fino in fondo tutte le sfaccettature della missionarietà, del servizio, del volontariato, di cominciare a capire come essere chiesa “en salida”, come uscire per andare incontro alle periferie portando Gesù con noi. Durante queste giornate è stato chiesto ai giovanissimi e giovani di sporcarsi le mani, unico modo per vivere la missionarietà. Il titolo del campo è tratto dagli scritti di Don Tonino Bello. Ma perché dalla testa ai piedi? Beh, grazie a Don Tonino abbiamo fatto un viaggio attraverso il nostro corpo, per capire che dobbiamo partire dalla conversione della testa per essere giovani missionari, poi passare alle mani, seguite dal cuore per poter così giungere ai piedi dei nostri fratelli.
Ad accompagnare la riflessione personale e di gruppo sono stati anche brevi cenni tratti dalla testimonianza di Annalena Tonelli che in particolar modo ai giovani diceva : «siate coraggiosi, generosi e portatori di una fede senza confini … Dite ai ragazzi che la vita è bella, che la vita vale la pena che sia vissuta fino in fondo e che non abbiano paura di viverla questa vita … sino in fondo. […] Gesù ha parlato solo di amarci, di lavarci i piedi gli uni gli altri, di perdonarci sempre… I poveri ci attendono. I modi del servizio sono infiniti e lasciati all’immaginazione di ciascuno di noi. Non aspettiamo di essere istruiti nel tempo del servizio. Inventiamo… e vivremo nuovi cieli e nuova terra ogni giorno della nostra vita>>.
La scelta di svolgere un campo scuola in un luogo della nostra diocesi è stata dettata dall’obiettivo di far capire che il prestare servizio è possibile anche girando l’angolo, la missione non è solo partire e raggiungere le povertà del mondo, ma missione è anche avere il coraggio di restare a casa e di capire e saper individuare le povertà che ci circondano, di voler sporcarci le mani per stare accanto ai nostri fratelli che vivono la povertà, la solitudine, la malattia!
Per questo, ogni momento delle giornate (dedicato a una delle parti del corpo) è stato introdotto e arricchito da una testimonianza di vita vera di gente dei nostri paesi che hanno condiviso con noi la gioia di aver scelto di servire il fratello.
Da Rita , missionaria laica in Kenia, abbiamo sentito quanto l’Africa cambia chi la vive per la gioia che si legge negli occhi di chi la abita: “quello che ho, io ti do” e spesso non si ha quasi nulla. L’Africa cambia e l’Africa educa all’amore e al servizio “Che volto ha Cristo? Cosa vuole dirmi nel volto sofferente del fratello? “.
Da Irene dell’Associazione Papa Giovanni XXIII della sezione di Gioiosa abbiamo scoperto quanto sia bello accompagnare la crescita dei bambini con disabilità che, insieme a tanti altri ragazzi vivono un percorso di sviluppo integrato che mette insieme attenzioni, affetto e competenza.
Da Romina della stessa associazione abbiamo ascoltato la testimonianza della lotta alla tratta di esseri umani con gli incontri di sensibilizzazione nelle notti delle nostre città, di quanto dolore possa celarsi dietro una scelta di vivere sulla strada e di quanto ci sia bisogno anche solo di una parola di conforto.
Ogni testimonianza è stata seguita da attività, lavori di gruppo, giochi per mettere in pratica quello che si era ascoltato e poi offrirlo attraverso la celebrazione della giornata.
Il penultimo giorno di campo abbiamo anche avuto la possibilità di metterci in gioco personalmente con un pomeriggio diverso: una esperienza concreta di servizio l’ha vissuta un gruppetto di noi che si è recato presso l’ospedale di Locri a fare visita agli ammalati insieme all’Associazione AVO mentre gli altri si sono cimentati in un incontro di giochi e laboratori creativi con l’associazione territoriale Down Locri e agli operatori e soci dell’Associazione Hospitalitè, con sedi a Ferruzzano, Locri e Siderno. In questa occasione non sono mancate le testimonianze di cosa ha spinto ogni operatore a farsi prossimo del suo fratello attraverso il servizio in associazione e di quali siano le oggettive difficoltà che si vivono nella quotidianità talvolta lontana o indifferente. Laboratori di cucina scultura di zucchero e pittura hanno allietato la serata.
La verifica di campo è stata ascoltata anche dal nostro vescovo Francesco che ha voluto condividere con noi questo momento conclusivo e la celebrazione eucaristica dell’ultimo giorno nella quale ci ha invitato a non tenere per noi l’ aver vissuto il campo scuola o il vivere in associazione la nostra fede ma di essere portatori di questa gioia senza vergogna e senza remore tra i nostri coetanei.
Abbiamo iniziato il nostro cammino di campo dalla testa con l’imposizione delle ceneri e lo abbiamo concluso con la lavanda vicendevole dei piedi parafrasando, coi gesti, le parole di don Tonino:
“La cenere ci bruci sul capo, come fosse appena uscita dal cratere di un vulcano. Per spegnerne l’ardore, mettiamoci alla ricerca dell’acqua da versare… sui piedi degli altri. Pentimento e servizio. Passi obbligati su cui deve muoversi il cammino del nostro ritorno a casa.”
Torniamo così a casa con la GIOIA di vivere la nostra fede da Giovani che hanno detto il loro si all’ Azione Cattolica e la certezza che questa esperienza ha allargato i nostri orizzonti spesso chiusi e stereotipati sul mondo del servizio e dell’aiuto agli altri, consapevoli, oggi come non mai, che Cristo va adorato nel sacramento e servito sotto le spoglie di ogni uomo.
Buon cammino!
L’equipe giovani di AC