Concludiamo stasera una intensa settimana in cui abbiamo avuto modo di soffermarci e conoscere meglio la straordinaria figura di Armida Barelli, non solo attraverso la mostra itinerante, ospitata nella nostra diocesi, ma anche attraverso documentari e filmati che ci hanno fatto riscoprire da vicino questa donna eccezionale, grande testimone di un laicato femminile cattolico attivo. Completerà questo percorso conoscitivo di Armida la delegata diocesana dell’Associazione Amici dell’Università cattolica, la prof.ssa Maria Carmela Ferrigno, che relazionerà sul tema “Armida Barelli, testimone per il nostro tempo”, io voglio solo condividere con voi qualche pensiero, qualche indicazione, quasi un testamento spirituale, che mi sembra di poter trarre per la nostra Associazione dalla figura della nostra Beata.

Armida Barelli ha lasciato all’AC un’eredità inestimabile che va da noi assunta ed utilizzata e che consiste principalmente nella testimonianza di una vita improntata al Vangelo , frutto di una spiritualità profonda;  nel senso di una laicità vissuta, prima che declamata e sicuramente mai ostentata, rinvenibile anche nel rapporto sempre di obbedienza con la gerarchia;  nella  fiducia nella Provvidenza divina , che ha guidato il suo pensiero e l’azione ; nel legame intimo con la Regalità di Cristo; nella passione per il Sacro cuore di Gesù, che l’ha sostenuta nei momenti di difficoltà; nell’essenzialità della vita francescana.  Insegnamenti , questi,  che ci confermano in primo luogo la scelta Religiosa della nostra AC e la Popolarità , caratteristica essenziale di un’associazione fatta di persone e non di leader, aperta a tutti, in ogni condizione di vita ed età , che ripropone, come già Armida , a tutti gli aderenti  l’ impegno formativo in tutte le stagioni della vita , attraverso l’esperienza di gruppo e i cammini di settore, per prendere coscienza della propria vocazione grazie anche alla vita associativa , nel confronto tra persone differenti.

Un forte esempio è poi per noi la spinta di Armida nei confronti della Gioventù femminile ad alimentare una robusta formazione religiosa, proiettata alla progressiva assunzione di responsabilità associative da parte delle giovani militanti, chiamate ad un apostolato attivo negli ambienti extra-domestici, un monito per noi che riscontriamo ogni giorno la carenza di responsabili e di educatori. E ancora, con la nascita dell’Unione femminile cattolica italiana, l’espressione di un apostolato laicale al femminile, l’Organizzazione associativa nuova, efficace, capillare, per tutte le età, per tutte le condizioni sociali, in tutte le regioni…Al centro la persona, l’attenzione ad ognuno grazie ad una rete di responsabili e assistenti con specifici ed esigenti proposte di formazione. Tutti elementi costitutivi del nostro essere AC oggi.

Né possiamo trascurare di prendere come modello il carisma della relazione che aveva Armida ( p. Gemelli la definì  “cucitrice di opere”),  fondamentale per un’associazione che dev’essere in grado di creare legami, di mettersi e fare rete con altre realtà, in una tela di maglie larghe , ma dai nodi stretti.

Con il nostro vescovo mons. Francesco Oliva, la delegata diocesana dell’Associazione Amici dell’Università cattolica, la prof.ssa Maria Carmela Ferrigno, il Dott. Lanzillotta, referente per la Calabria dell’Associazione Amici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e la Prof.ssa Silvana Pollichieni, Presidente della parrocchia ospitante, Santa Maria del Mastro, Locri.

Ma la nostra “Sorella maggiore”, come veniva chiamata dalle sue giovani amiche  ha fatto anche dei lasciti materiali all’AC :  i gioielli che più le stavano a cuore,  la  Croce d’oro che il 5 settembre 1925 , al terzo congresso nazionale della Gioventù femminile le giovani le diedero in dono e che Armida portava appesa a una lunga catena d’oro e la spilla con l’Immacolata, appartenuta all’amica e stretta collaboratrice Teresa Pallavicino che la stessa le diede in dono nel 1943 in occasione del 25° anniversario della fondazione della GF.

Ancora oggi la croce e la spilla di Armida, che la vicepresidente nazionale per il settore giovani riceve in custodia per il tempo del suo mandato, non sono solo dei gioielli, ma rappresentano quello stile associativo di fraternità e amicizia che caratterizza la nostra Associazione

Guardando alla nostra realtà e al difficile momento che stiamo attraversando,  alla pandemia , che non è ancora completamente debellata,  alla guerra che sconvolge la nostra Europa e il mondo intero, all’instabilità politica , economica e sociale della nostra Italia , mentre corriamo il rischio di ripiegarci su noi stessi, di provare una forte sfiducia nell’umanità e nel futuro , mentre sentiamo la difficoltà a condurre con regolarità anche il nostro cammino associativo, guardare alla figura di Armida Barelli e alla storia della gioventù femminile significa portare nel presente idee e passioni che ancora oggi possono incidere profondamente ed aiutarci a superare le difficoltà, a ritrovare quella passione associativa , che forse in noi è venuta a mancare .

Questo, in sintesi, mi sembra di poter cogliere per noi dalla vita e dalle opere di Armida, una personalità importante che forse abbiamo per tanto tempo dimenticato o, addirittura non conosciuto, una figura che insieme ai fondatori dell’A.C. Mario Fani e Giovanni Acquaderni è un faro sul nostro percorso associativo di maturazione della fede da cristiani battezzati che si formano, camminano e crescono insieme.

E mi piace concludere con una preghiera della stessa Armida:

“Dammi, Signore, di rettificare la mia vita intorno ai punti deboli: mediocrità, egoismo, volontà propria, comodi propri.
Che nelle cose avverse io dica: Fiat;
nelle liete: Grazie;
nelle libere io scelga le più dure, penose, umilianti” (Armida Barelli)

Amen!

Locri, 9 ottobre 2022

Veneranda Musuraca (Presidente diocesana di A.C.)